FAQ

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Domande frequenti su Elfit!

È fondamentale la selezione del materiale da impiegare per la costruzione delle apparecchiature, sia che vengano installate in ambiente di tipo industriale, sia in ambiente con pericolo di esplosione per la presenza di gas. Tale selezione è demandata al progettista dell’impianto dove dovranno essere installati i prodotti, il quale conosce le variabili di processo e la presenza di gas che, oltre ad avere una temperatura di accensione specifica, hanno anche una aggressività tale da innescare un possibile processo corrosivo.

Per questo motivo devono essere scelti materiali che non vengano intaccati da tale aggressività.

Ad esempio, se si utilizza l’acciaio inox con presenza di gas o vapori di acido solforico concentrato, esso non subirà corrosione ma, se l’acido solforico è in forma diluita al 70% circa, l’inox verrà corroso. In questo caso è necessario utilizzare l’acciaio al carbonio che non subirà alcuna corrosione.

Analogamente, se la scelta ricade sull’alluminio, esso dovrà essere protetto dalla corrosione con opportuna passivazione prima di essere verniciato se in presenza di nebbia salina.
Per motivazioni diverse, legate alla presenza di sostanze come il gas di grisou, il materiale congeniale è la ghisa o, in alternativa, l’acciaio al carbonio.

Leggi l'approfondimento "I materiali costruttivi per zone classificate".



Per massima temperatura superficiale si intende la massima temperatura rilevabile sulla superfice esterna delle apparecchiature in funzionamento normale o di guasto, laddove quest’ultimo aspetto sia specificamente richiesto dal modo di protezione. La massima temperatura superficiale è di fondamentale importanza quando il luogo di installazione viene classificato per la presenza di polveri a rischio esplosione. Le polveri, infatti, si depositano sulla parte esterna della apparecchiatura. Nel caso dei gas, però, è necessario tener conto della classe di temperatura dell’apparecchiatura, ovvero un parametro che tiene conto anche delle temperature delle sue parti interne con le quali il gas può venire a contatto. Il gas, infatti, a differenza delle polveri, penetra all’interno delle apparecchiature.

Chi esegue la classificazione in zone dell’impianto, conoscendo le sostanze che ivi sono presenti, determina la classe di temperatura richiesta dalla classificazione dei luoghi. Relativamente alle classi di temperatura, le apparecchiature che è possibile installare in quelle zone sono quelli aventi una classe di temperatura dell’apparecchiatura uguale o superiore.

Classe di temperatura richiesta dalla classificazione dei luoghi

Classi di temperatura delle apparecchiature

  • T1
  • T2
  • T3
  • T4
  • T5
  • T6

  • T1, T2, T3, T4, T5 o T6
  • T2, T3, T4, T5 o T6
  • T3, T4, T5 o T6
  • T4, T5 o T6
  • T5 o T6
  • T6

Corrispondenza tra Classe di temperatura richiesta dalla classificazione dei luoghi e Classi di temperatura accettabili per le apparecchiature [CEI EN 60079-14:2014 TABELLA 3]

Per un maggiore approfondimento, leggi la “Guida al mondo Ex”.


Se il filetto è cilindrico il numero di filetti in presa dev’essere maggiore a 5 (cfr. Tabella 4:60079-1), se il filetto è conico il numero di filetti dev’essere maggiore di 5 su ciascuna parte della filettatura, garantire una presa salda e le prescrizioni NPT della ANSI/ASME B1.20.1.

Quando la forma costruttiva dell’apparecchiatura è “mista”, ovvero con la parte scintillante in custodia ‘Ex db’ e la parte non scintillante in custodia ‘Ex eb’, i pressacavi possono essere del tipo a sicurezza aumentata con metodo di protezione ‘Ex eb’ o con doppia marcatura ‘Ex db eb’.

Quando la forma costruttiva dell’apparecchiatura e in custodia ‘Ex db’, i pressacavi devono avere metodo di protezione ‘Ex db’ o doppia marcatura ‘Ex db eb’. In questa famiglia di pressacavi “db” troviamo due tipologie: i pressacavi con gommino ed i pressacavi barriera. La scelta della tipologia idonea viene fatta in base al criterio di selezione indicato dalla normativa impiantistica IEC/EN 60079-14.

Per un maggiore approfondimento, leggi la "Guida al mondo Ex".


Questo tipo di problematica si manifesta soventemente a causa della non sicurezza del progettista il quale, al fine di poter intervenire con modifiche schematiche successive, potrebbe avere la necessità di introdurre nel passaggio ulteriori conduttori tra una custodia e quella successiva. Da qui la richiesta di effettuare la sigillatura dei giunti di bloccaggio in un secondo momento.

In questo caso, va informato innanzitutto il produttore di aver consegnato un prodotto non pienamente conforme e capire se tale non conformità è riconducibile o meno a quanto sopraddetto.

Successivamente, nel caso il costruttore sia impossibilitato ad intervenire in modo tempestivo alle necessità funzionali dell’impianto, è necessario verificare che nel corredo dell’apparecchiatura sia stato consegnato anche il kit per la sigillatura e se sì, procedere a tale sigillatura rispettando scrupolosamente le prescrizioni date dal costruttore.

L’interconnessione tra due custodie, premesso che esse dovranno essere installate in modo da garantire la laminazione della fiamma affinché l’incendio non si propaghi al suo esterno (a tal riguardo si rimanda al punto 14.2. della norma 60079-14), può essere realizzata con pressacavi di tipo barriera (sigillabili) che possano a loro volta essere connessi a tubo conduit filettato, al fine di garantire la protezione meccanica al cavo.

Va tuttavia sottolineato che, adottando questo sistema, si devono utilizzare solo specifici tubi portacavi “conduit” rispondenti alla norma UNI 7683 senza saldatura, al fine di evitare che il cavo, nell’atto dell’inserimento, possa subire delle abrasioni inficianti il loro livello di isolamento.

Inoltre, come prescritto dalla norma 60079-14, al punto 9.4, lo stipamento massimo ammissibile del tubo, quando contiene 3 o più cavi, non deve essere maggiore del 40% della sezione utile interna del tubo.

Le apparecchiature vengono consegnate in appositi imballi protettivi che, a seconda del luogo di destinazione, possono essere di tipo terrestre o di tipo marittimo con sacco barriera.

L’installatore dovrà innanzitutto verificarne la loro integrità e rispondenza alla documentazione allegata all’imballo, poi, dopo aver eliminato tutte le parti non necessarie, procederà all’installazione fisica.

Successivamente verificherà la corretta funzionalità ed il serraggio delle viterie interne sulle connessioni elettriche.

Fatto questo, potrà procedere alle interconnessioni (cavi) tra l’apparecchiatura e le utenze in campo, utilizzando specifici pressacavi preinstallati dal costruttore o munirsi di pressacavi certificati adeguati agli imbocchi filettati già presenti sulle custodie e rispondenti ai diametri di serraggio per i cavi. I pressacavi andranno scelti secondo il criterio di selezione della norma 60079-14.

La sigillatura dei pressacavi deve essere effettuata rispettando le prescrizioni fornite dal costruttore del pressacavo nelle istruzioni di montaggio, utilizzando tutte le accortezze necessarie per garantire il grado di protezione meccanica dichiarato nella targa di certificato dell’apparecchiatura.

La prima cifra della marcatura IP6X indica la protezione dall’ingresso di oggetti solidi e polveri, la seconda cifra IPX6 o IPX7 si riferisce alla protezione dall’ingresso dei liquidi.

IP6X = Totalmente protetto contro l’ingresso di polvere.

IPX6 = Protetto da potenti getti d'acqua che, se rivolti contro la custodia da qualsiasi direzione, non devono generare effetti dannosi.

IPX7 = Protetto contro gli effetti dell'immersione temporanea in acqua. L'involucro è protetto da effetti dannosi quando viene temporaneamente immerso in acqua in condizioni standardizzate di pressione e tempo, condizioni che devono essere dichiarate dal costruttore. Ad esempio: profondità di 1 metro per 10 secondi.

Quando sull’apparecchiatura viene segnato il doppio valore, significa che è idoneo per le due condizioni specificate. Va notato che un dispositivo marcato IPX7 non è detto che superi la prova IPX6 e lo stesso vale per un dispositivo marcato IPX6 sottoposto alla prova IPX7. Per questo la marcatura riporta entrambe le protezioni.

Il pressacavo per cavo armato è del tipo a doppia tenuta, realizzata tramite un gommino sull’esterno del cavo sopra la guaina di copertura dell’armatura, ed un gommino che stringe la guaina che contiene i conduttori. Quest’ultimo garantisce la laminazione.

Va fatta molta attenzione nella scelta del pressacavo, cercando di selezionarlo con un range di diametri dei gommini, tale da garantire un corretto serraggio meccanico.